TENDINOPATIA INSERZIONALE ACHILLEA

La tendinopatia inserzionale achillea è una degenerazione delle fibre del tendine di Achille alla sua inserzione nell’osso del calcagno; può essere associata con l’infiammazione di una borsite retro calcaneare o della guaina tendinea nella stessa area.

Cause

La causa è una degenerazione del tendine; l’area diventa infiammata e tumefatta. Il paziente
medio è all’incirca quarantenne, con vita quotidiana attiva. Le condizione associate con un rischio
maggiore includono un piede cavo, una retrazione del tricipite surale la psoriasi, gotta,
iperlipidemia familiare, la sarcoidosi ed infine anche l’uso di medicine come steroidi ed antibiotici
fluorochinolonici

Anatomia

Il tendine di Achille è il più grande tendine del corpo umano e si forma dall’unione di tre muscoli
della parte alta caviglia (gastrocnemio mediale e laterale e soleo) ed il suo scopo principale è
quello di plantar-flettere la caviglia; si inserisce nella parte posteriore del calcagno. Ci potrebbe
essere una prominenza del calcagno, definita come morbo di Haglund che potrebbe creare
un’infiammazione meccanica del tendine di Achille.

Sintomi

Molti pazienti riportano un graduale aumento del dolore e del gonfiore nell’inserzione del tendine
nel retro del calcagno senza uno specifico trauma; all’inizio il dolore si nota solo dopo attività fisica
ma in seguito diventa più costante. Il dolore è accentuato dalle attività di corsa e/o salto e quindi
con sport che richiedono brevi picchi di queste attività. E’ presente una infiammazione nel retro del
calcagno e spesso si evidenzia un prominenza ossea. Dorsiflettere la caviglia sopra i 90° è limitato
dal dolore.

Diagnosi

La diagnosi è principalmente clinica, le RX possono mostrare calcificazioni all’interno del tendine
nella sua inserzione nel calcagno in circa il 60% dei casi. Le RX possono anche dimostrare la
presenza della deformità di Haglund. La RMN rimane la diagnostica per immagini di scelta perchè
permette di determinare il livello della degenerazione del tendine così come altre condizioni comela presenza di una borsite che possono contribuire al dolore in questa area.

Opzioni di trattamento

Trattamento non-chirurgico

Il trattamento conservativo è efficace nella maggioranza di pazienti con uso di FANS, scarico del
tallone, stretching e calzature adeguate. Se i sintomi persistessero allora possono essere usati
tutori notturni, plantari e fisiokinesiterapia specifica.
Domanda frequente: Le iniezioni di cortisone aiutano?
Le iniezioni di cortisone non sono consigliate per questa patologia perchè possono portare a
lesioni del tendine e renderne più probabile la rottura.

Trattamento chirurgico

La chirurgia è indicata dopo mesi di fallimento di trattamento conservativo.
L’operazione rimuove la parte degenerata del tendine, qualunque sperone osseo che irriti il tendine
e tutto il tessuto infiammato della borsa sia con tecnica open che con ausilio di artroscopio.
Se il tendine è retratto potrebbe essere necessario il suo allungamento. L’inserzione del tendine al
calcagno può necessitare di essere reinserita tramite sutura diretta o con ancore che lo attacchino
direttamente all’osso. Molte tecniche sono state descritte, inclusa la tendoscopia e non c’è un
consenso chiaro riguardo alla migliore tecnica sia in termini di successo che di complicanze. Nei
pazienti più anziani o in quelli dove più del 50% del tendine viene rimosso uno degli altri tendini del
retropiede è solitamente trasferito nel calcagno per rafforzare il tendine di Achille e garantire una
migliore guarigione.

Possibili complicanze

A causa della limitata irrorazione di sangue alla cute ed ai tendini in quest’area, il maggior rischio
dopo l’operazione è l’infezione della ferita e il distacco del tendine.
Recupero post-operatorio
Dopo l’operazione si consiglia di portare un tutore per 2 settimane in equinismo per permettere alla
ferita di guarire; quando la ferita è guarita si comincia il carico con un tutore o gesso nella stessa
posizione con esercizi specifici per il recupero articolare. la fisiokinesiterpia più intensa comincia
tra le 4-6 settimane. il ritorno all’ attività fisica è stimato tra le 8 e 12 settimane e dipende dalla
quantità di degenerazione tendinea al momento dell’operazione. Se avviene anche una
trasposizione tendinea il recupero può essere più lungo. Alcuni pazienti possono necessitare tra gli
1 e 2 anni per riprendersi sia con trattamenti conservativi che chirurgici. Buoni e ottimi risultati
dopo la chirurgia si registrano in una percentuale del 75%.